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La politica senza cultura partorisce il nulla

Cosimo
January 15th, 2021 · 3 min read

C’erano una volta la destra e la sinistra. E almeno sapevi che in qualcosa si distinguevano. Oggi invece mi sembra che l’unica distinzione spesso a livello locale sia dover recitare una parte all’interno di un penoso teatrino.

Qualche comparsata sui giornali, qualche post, qualche video. Tenere qualche posizione contraria per partito preso. Ma di contenuti nulla. Nulla vuol dire nulla. Perchè poi quando si parla nel merito delle cose ovviamente il nulla emerge, e la destra può proporre cose di sinistra o viceversa.

A farne le spese i cittadini, che non possono più identificarsi politicamente e che sono schiacciati dalla dittatura del pensiero unico. Questo scenario è emerso lampante con la crisi del corona virus, dove il nulla culturale ha partorito l’assenza di posizioni forti e alternative. Solo una continua ricerca di visibilità e consenso.

In tutto questo leggo con grande curiosità il fatto che da destra si richiedano sussidi e aiuti per i circoli arci. E badate bene, il problema non è che arci è di sinistra e che quindi io pensi che la destra debba dargli contro. Il fatto è che in Toscana da decenni c’è chi per aprire un ristorante o un bar necessita di licenze, commercialisti, paga tasse, è sottoposto a regolamenti urbanistici stringenti. Poi c’è chi apre un’associazione culturale affiliata a qualche ente e così ha mille modi di aggirare le regole, facilitazioni, percorsi preferenziali, facendo concorrenza al ristoratore. Entri al circolino e nemmeno ti chiedono la tessera. Ti servono come in un bar qualsiasi. E’ una prassi. Un sistema con cui certi partiti hanno costruito la loro fortuna.

Come sempre in Italia si inventano le eccezioni, dato che le nostre leggi diventano proibitive per i più e in qualche modo bisogna correre ai ripari, e le eccezioni vengono sfruttate impropriamente.

Ora torniamo al punto. A Prato dall’opposizione, mentre tutto il settore della ristorazione è a pezzi, mentre l’economia va a rotoli, dopo che lo Stato aveva garantito riaperture a fronte di accorgimenti che sono costati investimenti e spese (norme per distanziamento, areazione etc etc), si leva la proposta più disarmante: aiutiamo i circoli arci e tutti gli altri. Proprio così: http://www.notiziediprato.it/news/aiuti-alle-case-del-popolo-e-ai-circoli-sorpresa-la-proposta-e-di-fratelli-d-italia?fbclid=IwAR1BLfo_0kIw1JaHoAgIg6pFdZ1946-BffOgXlz7SaIx4AuJJgqF3lqyd-g

Ora tralasciamo la tecnica psicologica da vendita di pentole porta a porta: “parlo dei circoli arci per avere l’attenzione della sinistra, così almeno non possono dirmi di no e in realtà ci faccio rientrare dentro anche gli amici”. D’altronde l’intelligenza politica non è dote per tutti e non è certo mia intenzione puntare il dito su chi non ne ha ripiegando sulla banalità scontata.

Il problema è culturale come dicevo all’inizio. Perchè io dalla destra mi sarei aspettato meno dirette e magari una voce per dare coraggio e spinta a quei ristoratori in ginocchio che sono stati abbandonati dallo Stato. Magari anche spronarli a disobbedire. A dire che non sono soli. A proporre copertura legale e politica a chi decide di dire no a questo regime sanitario.

Ma andando oltre la situazione, perchè pure il coraggio non si può infondere a chi non lo ha, dalla destra avrei voluto vedere proposte per semplificare i regolamenti, per abbassare le tasse, per rendere la vita di un imprenditore più semplice e libera dai lacciuoli della burocrazia. Perchè i circoli proliferano dato che aprire un bar o un ristorante è costoso per colpa della burocrazia e suppur comprensibile, non è giusto nei confronti degli imprenditori.

Se proprio di circoli e ARCI si deve parlare mi sarei aspettato una proposta per equipararli agli esercizi commerciali. Date a tutti una licenza e rendete le regole uguali per tutti. Perchè la concorrenza sleale con la connivenza della politica non ci è mai piaciuta e mai ci dovrebbe piacere.

Vorrei una destra che invece di scimmiottare e spalleggiare il modello di una sinistra che costruisce la sua forza economica ed elettorale con circoli e associazioni, si batta per rimettere al centro della nostra società la libertà d’impresa e del cittadino, permettendo a tutti di creare in libertà secondo il proprio estro. E per carità, ben vengano anche i circoli ARCI all’interno di questo quadro, dove le regole valgono per tutti e siano frutto di azioni imprenditoriali.

La nostra società non deve essere plasmata dalla politica ma dall’iniziativa dei cittadini. Anche e soprattutto nel settore ricreativo e culturale. Con certe proposte invece si va solo a rafforzare un modello che vedrà sempre la sinistra e il socialismo egemoni.

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