Vi voglio raccontare una storia che vorrei prendeste col beneficio del dubbio, pensando un po’ a questi giorni mentre leggete. Vi prego fatelo, è il mio contributo, il mio regalarvi un punto di vista in più, per sviluppare alcuni anticorpi utili.
Germania 1945.
Il popolo tedesco esce contemporaneamente dal regime nazista e da una guerra che ha decimato la popolazione numericamente, fisicamente, moralmente. Il mondo festeggia la fine di una guerra e si interroga su quale futuro dare a quello che è stato l’epicentro del disastro: berlino, la capitale dell’impero del male. In quel momento non c’è nulla nella testa delle persone di più negativo del nazismo e dei suoi orrori. Sono ferite vive, che hanno lasciato scia di morti in ogni famiglia. Il nazismo è la piaga pestilenziale appena sconfitta. Non c’è malattia peggiore. Non c’è ecologia e diritto civile più importante di quella vittoria (N.d.A. contro un regime nemico dell’uomo: tecnocrate, panteista, ecologista).
Il mondo ha digerito senza battere ciglio due bombe atomiche, vendette e giustizie sommarie, spartizioni di bottino, processi farsa, perchè in testa c’è solo un pensiero: mai più il nazismo. E come dargli torto? Succede così che i cittadini di Berlino, il focolaio con epicentro nel bunker di Hitler, si ritrovano divisi in più zone, la Germania si ritrova divisa in più zone. Per circolare servono documenti e autocertificazioni perchè gli alleati, quelli che identificheremo come i buoni, hanno paura della fuga di rimasugli nazisti. Andare da una parte all’altra rimane comunque relativamente facile e scontato: le persone vivono ad ovest ma hanno magari l’ufficio, l’orto, la famiglia ad est e viceversa.
Dopo un po’ di tempo, con le ferite ancora vive ma il nazismo definitivamente sconfitto, l’Unione Sovietica rafforza i controlli sulle zone di sua competenza, la parte est della Germania, perchè tutto questo via vai è ormai del tutto incontrollato (corruzione, chiusure di un occhio, permessività..). Che vuoi che sia sopportare questi piccoli disturbi in confronto a quello che è stato il nazismo. Tutto quello che serve per uscirne è utile. Iniziano ad erigersi piccole barriere, filo spinato, posti di blocco. La guerra ad est aveva fatto più danni e la parte più povera iniziava a guardare storta l’ovest che riprendeva velocemente, riprendeva a circolare e a tornare alla normalità.
Nasce così la DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, la Germania dell’est. Passata alla storia come lo stato fantoccio del comunismo, l’estremo confine della cortina di ferro, eppure la sua nascita per i suoi cittadini non era così vergognoso come appare oggi. Serviva organizzazione del territorio, ma soprattutto serviva uno stato che combattesse il nazismo. Si, il nazismo, che aveva ripreso il potere attraverso il capitalismo e si diffondeva ad ovest.
Non vorremmo mica che torni la grande piaga che ci ha messi in ginocchio? Ci sarà da sopportare qualcosa, ma per combattere le recrudescenze di nazismo - che l’occidente sta coltivando - siamo pur disposti ad accettare uno stato temporaneo, un’autorità esterna, un’ideologia che non sarà il massimo ma almeno si basa sulla lotta a tutto quello che ci ha distrutto. Le disparità tra est e ovest aumentano, perchè alla fine il comunismo è pur sempre il comunismo, ed il desiderio di libertà aumenta. La risposta dello Stato è iniziare a tirare su muri e protezioni per non far uscire più nessuno. E alla fine che vuoi che cambi, le restrizioni c’erano già prima, è solo più visibile. Anzi fanno chiarezza su dove andare e dove no.
Si distrugge ogni anelito di libertà, perchè quel tipo di libertà porterebbe ad un ritorno del nazismo. Ad ogni scatto in avanti dell’orgoglio di un popolo sempre più oppresso si inaspriscono le difese. Muri sempre più alti, campi minati, torrette di guardia. Non è un muro per non far scappare la gente ma per proteggerci dai nazisti li fuori: il nome ufficiale è Antifaschistischer Schutzwall, barriera di protezione antifascista. Molti lo maldigeriscono ma tanti capiscono che è per il loro bene e si impegnano a mettere a tacere gli egoisti, coloro che mettono la loro libertà prima della loro sicurezza.
Ad un certo punto il muro non basta più. Non basta più l’esercito. La sicurezza del popolo è affidata alla STASI, la polizia segreta. Perchè il controllo è tutto. La stasi è molto efficace, ma non avrebbe avuto successo senza il supporto del popolo. Tutti i cittadini tedeschi sono parte attiva del controllo attivo. Se vedi movimenti strani dei vicini li segnali.
Ragazzi, qui si rischia che torni il nazismo. Ognuno faccia la sua parte ed andrà tutto bene. La più grossa rete di controllo, il più grosso esperimento di regime di massa, di limitazione coatta della libertà individuale è nato così. Un pezzo alla volta, condiviso dalla popolazione. Non è stato portato coi carriarmati. Anche con quelli poi, perchè arrivano sempre i carriarmati, ma prima di tutto attraverso il diffondersi della paura e grazie all’imposizione del buon senso. Imposizione e buon senso. Pensateci. Due parole che non possono stare accanto.
Lentamente nel nome della sicurezza sacrifichi un pezzo della tua libertà. Perchè vi racconto questa storia? Perchè non ve lo nascondo… molti di voi mi fanno paura. Non fraintendetemi, non voglio minimizzare il virus, i morti e il caos mondiale. Voglio solo dire che sulla paura si costruiscono le dittature e che quasi mai le dittature sono percepite come tali quando iniziano. Vi rieducano il cervello un pezzo alla volta. Quando puntate il dito sugli altri o fate correre messaggi di allarmismo e paura pensateci, pensateci sempre due volte. Pensate anche quando vi vengono imposte cose che potreste fare da soli.
Chiariamoci: non è giusto andare a giro a sputazzare il prossimo. E’ violazione del principio di non aggressione. Autolimitarsi significa anche evitare che arrivi qualcuno che nel nome di imporre una cosa che sembra giusta, per il nostro bene, domani costruisca altro. Perchè domani nel nome di ciò che è successo ci saranno imposte tante cose, vedrete. Sento gente che reclama retate della polizia, controllo dei cellulari, interventi dello stato in ogni ambito. Vi prego, fermatevi un attimo a ragionare sul valore della libertà e fatevi venire un dubbio in più.